penso. leggo. scrivo.
penso ai surgelati, alle canottiere bianche di mio padre, al colore dei mobili in ospedale che dovrebbe rallegrarti e invece ti deprime, e ti resta in testa e non ti comprerai mai una maglia di quell'arancione-sedia di corsia su cui hai aspettato che qualcuno morisse. soprattutto se quel qualcuno non è un qualcuno qualsiasi.
leggo poesie e mi costringo a non tradurle in italiano. leggo borges e laforgue e leggo hikmet e alda merini e montale e libri che parlano di me perchè le storie degli altri irrimediabilmente mi annoiano.
scrivo ma scrivo su splinder perchè posso scrivere piccolo e grigio ed è una cosa adorabile.
ah, disegno capezzoli e bevo camomilla.
per il resto pànta rèi òs potamòs, come al solito.