giovedì 27 agosto 2009

Nostalgia.

Ho messo da parte l'amarezza di pensarti, per un estate,
ho lasciato il dolore accantonarsi, almeno finchè il sole tramonta alle 9.
non avrei mai creduto di poterlo ovattare tra le ore più calde di luglio
attutirne il sapore sulla lingua quando tornava negli occhi della pietà altrui.
Vacanze egoiste e teatrali pianti scenici, spogli di vera angoscia.
Ma in autunno, lascerò schiudersi una sofferenza covata una stagione,
non avrò più un alibi per sfuggire ad ogni padre mi cammini vicino
e con l'inverno potrò finalmente pensare che mi manchi.

martedì 25 agosto 2009

Bien sûr nous eûmes des orages
Vingt ans d'amour c'est l'amour fol
Mille fois tu pris ton bagage
Mille fois je pris mon envol..

Una sigaretta brucia i lembi di una notte che sbuca dalla finestra
orologio di cenere che il tempo aspira in avidi morsi
lascio al vento l'ultimo tiro e spegnerla.
gocciola dal cielo accento francese
confessa al buio la nostra avventura
sconosciuto intederci meglio di chiunque altro.


Mais mon amour
Mon doux mon tendre mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore tu sais je t'aime..


lunedì 24 agosto 2009

Orse maggiori.


Siamo fatti per guardarci nella pelle
riversi su pavimenti apocrifi,
luci di fili sbarre e finestre
filtrano imperfetti ritratti di noi,
ombre cinesi le dita, gli aliti.
la tregua di raggiungerci senza scivolarci addosso,
violentarci di resistenza e stelle spudorate
a spiare i crudeli nostri girotondi.
finalmente strapparti un segreto cucito sulla bocca
e ancora ridere di fiati sospesi.

martedì 18 agosto 2009

Di nuovo a ubriacarmi della tua bocca.
Dannata, adorata lingua tequila.

Mi innamoro spesso di giovani mormoni vergini che ti somigliano nei gesti.
Scendono due fermate prima della mia
in strada li vedo correre con le tue mani
le mie mani,
scriverti "addio mon amour" sul vetro dell'autobus.


E lo sai, non riusciamo mai a chiudere davvero gli occhi
li copriamo solo di mille palpebre stanche per non guardare.

la gravità nuoce gravemente alla salute, non inziare.

domenica 16 agosto 2009

Rapisci per me un pezzo di mare
da nascondere tra i capelli
a ricordarmi che come lui
se te ne vai ritorni.



Ho così tanta paura di non bastarti.


mercoledì 12 agosto 2009

Se solo le tue dita nicotina potessero capirmi stasera,
stipata in affollate solitudini come questa
potrei cestinare memorabili attimi fobici
e premere le tue orecchie sul mio ombelico
a sentire il mare o la metrò che arriva,
svegliarci tragiche risate e allegri etilici
sedativo amore in riserva bastami,
dissetami, cazzo.
soddisfami, cazzo.
sfamami, cazzo.
almeno finchè non torneranno gli anni '80.
Il trucco sta nell'usare parole stonate di incomprensibile dolcezza,
scriverti in corsivo tra le cosce mascara
lascive promesse e abitudini sciupate
notturne come falene.

lunedì 10 agosto 2009

E' un acrobata folle
il desiderio,
dondola sui loro profili,
sagome di carnale indole
piroetta indiscreto.


E' un trapezista disperato
il desiderio,
oscilla ad ogni brivido,
si sporge sulla sintonia
di rapidi battiti insonni.


Spera anche stanotte
il desiderio,
perdersi nell'equilibrio
cornice di quei corpi, infrangersi
in bilico sul filo
di affilati orizzonti.


La parola Ipocrita deriva dal greco ypokritès "colui che finge".
L'attore, appunto l'ypokritès ( colui che "finge" per mestiere) godeva di pessima fama nel mondo ellenico.

A volte non fingo.
Sulla riva del mare non fingo
In punta di piedi non fingo
Con la testa sotto il cuscino non fingo

Se ti bisbiglio all'orecchio,puoi starne certo,
non fingo.

fingere è nel fragore
in un sussurro non fingo.




Il resto è un palcoscenico,
e io recito.

venerdì 7 agosto 2009

Ho sempre ascoltato appoggiata al muro i tuoi silenzi colpevoli,
spiandoli da lontano con distacco scenico.
Ne ho sgualcito i contorni e ho steso su di noi veli di negligenza.
Su altri pianeti ho aspettato primavere in anticipo, e le tue scuse in cronico ritardo.
Ho spento angosce e pall mall sulle labbra, per punirne gli errori e le voglie.
Le braccia una pellicola di scene tagliate,
cronache ingiallite di sterili Lady Macbeth stese sui soffitti, eterne regine di monotonia.
La siccità di quelle ultime notti ci aveva spinti via,
e la siccità di queste ultime notti ci ha riportati qui.

giovedì 6 agosto 2009

Graffiami.




Sul ciglio del deserto, tra coperte e spigoli
dipingerti la carne di crudeli desideri
rubarne al tuo corpo,
per saziarmi di vertigine
di carne e spasimi.
di carne,

e fremiti.

Li ho nascosti afferrandoli stretti tra le mie unghie, inquiete.

Sulla tua pelle, tutto quello che non ti ho mai detto.
Un labirinto, una vendetta. Un irresistibile dolore.
Vedermi addosso a te, vestirti di graffi e attimi feroci
prima che un'altro sole spunti
a biasimarci ancora.
Mi manca spesso quell'amore ingenuo.

Mi chiedo dove siano finite le suole delle mie scarpe.
Ho camminato a vuoto per così tante pagine da consumarle
ma non sono arrivata da nessuna parte

Mentirti.

Odio sentirmi piangere queste cento gocce di egoismo.





Detesto asciugare contro di te i loro reticoli,
la loro discesa rapida sul tuo collo
le tue anche laghi da colmare.
la tua pelle e la mia falsità, in conflitto
mentre i capelli e le mani agitano le lenzuola
le mie bugie scivolano sulla tua schiena calda.

Non sopporto mentire quando sei dentro di me.



notti d'estate.

distanze croniche
di estati insipide
li senti stringere
quei cieli in polvere
tra dita aride
bagnate ormai
di sogni e cenere?

Seduti a perdersi
in albe immobili
dispersi odorami
o ancora schivami.
lo scegli tu.

cadere
per ritrovarci
rincorrerci
per allontanarci.
intrecciarsi le nostre chimere
per sfuggire ancora
la pelle di uno
ai ricordi dell'altro.

Metempsicosi.

Avevano sconsacrato quelle spiagge affogando l'uno tra le gambe dell'altra.
spingersi a largo per non annegare e stringersi i polsi,
amarsi come il mare, seguendone il ritmo.
la sua stessa foga di raggiungere la riva,
infrangersi in un affanno che profuma di sale e anime sazie.
venire insieme alle onde, tra le onde.
si erano esplorati su ogni granello di sabbia,
e su tutti restava un segno di quella dolce violenza instancabile,
simile alla risacca che avida si portava via le impronte dei loro corpi,
consumandoli senza pudore.
la marea, se avesse potuto, si sarebbe fermata a fissarli,
invidiosa di una forza così burrascosa e allo stesso tempo quieta,
che li distruggeva ogni volta ed ogni volta li ricostruiva perfetti,
sempre più vicini, in un oceano di respiri.

About me.


Sto bene in bilico
tra il cielo e un brivido
tra un sogno e un livido
se poi precipito
chissà com'è.

Ossessioni.

su lividi scogli
di silenziose ossa
infrangersi
disperata carne che tira intorno
livida pelle,
annega.
come naufraga
aggrappa alle protese scapole
e soffoca
dispersa.
ansimante l'avvolge nel ventre
i polsi sommerge nell'onda.
io,nella tempesta
sogno abissi tra le costole
annegare,
e stringermi il bacino in un palmo.