venerdì 7 agosto 2009

Ho sempre ascoltato appoggiata al muro i tuoi silenzi colpevoli,
spiandoli da lontano con distacco scenico.
Ne ho sgualcito i contorni e ho steso su di noi veli di negligenza.
Su altri pianeti ho aspettato primavere in anticipo, e le tue scuse in cronico ritardo.
Ho spento angosce e pall mall sulle labbra, per punirne gli errori e le voglie.
Le braccia una pellicola di scene tagliate,
cronache ingiallite di sterili Lady Macbeth stese sui soffitti, eterne regine di monotonia.
La siccità di quelle ultime notti ci aveva spinti via,
e la siccità di queste ultime notti ci ha riportati qui.

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