lunedì 24 ottobre 2011
svuotiamo il libretto dei risparmi per l'università e compriamo una chiatta, una houseboat, una penìche. compriamo anche un barattolo di vernice a basso prezzo color mattone e dipingiamola una mattina di ottobre poi inauguriamola con lo champagne ma senza romperlo. poi partiamo. se ci sarà una falla nello scafo ci metterò i tuoi calzini di spugna, una situazione provvisoria fino a quando avrai imparato a ripararla, nel frattempo sarai diventato un falegname. ti toglierò schegge di legno dalle dita e le metterò in un carillon.
lunedì 17 ottobre 2011
capita che la gente si aspetti di vedermi crollare da un momento all'altro. la gente pensa sempre che quando qualcuno muore la vita diventi indigesta ed è un cliché. la vita va avanti e non fa nemmeno troppo male se non ci si costringe a pensarci ma quello è da martiri del cazzo. va avanti spesso come se niente fosse successo e questa cosa mi affascina parecchio questa specie di forza meccanica per cui morto un papa se ne fa un altro per cui nei cimiteri ebraici gli alberi crescono alti e hanno le braccia lunghe.
mi ricordo da bambina ritagliavo le sottilette col coltello e disegnavo case gialle come la casa che avevamo a Ferrara che era gialla anche lei.avrei dovuto prenderti sulle spalle come Enea con Anchise e portarti fuori di casa oltre le mura con in cima i cocci verdi di bottiglia,volevo fare come lui ma avevi le flebo.Metastasi grosse come arance dicevano il tuo cancro allora profumava di fiori? mi piace pensare di si che ti fosse cresciuto un albero dentro ma chiederti di annusarlo sarebbe stato un po' troppo impertinente.
Iscriviti a:
Post (Atom)