Presentivamo da giorni il Deserto Polare
che stando ai tuoi calcoli geroglifici
avrebbe mosso da sud in Febbraio.
Seduto come lo stratega
meditavi una nuova Maginot
un sonno gendarme e ai dadi
perdute le armi lucenti
Il plotone del Deserto Polare
cinse d'assedio il balcone
annunciato da ottoni
in fanfara e corazza.
"Memento quia pulvis.."
la lunga digestione dell'anaconda
sapiente mio e tuo idolo
domestico, distoglieva noi
dalla liturgia in fieri e dal dogma
cattolicissimo
"..et in pulverem reverteris".
Mareggiava la battaglia di sotto
dei nostri cadeva un tenente.
Tutto, tutto ciò che siamo è polvere. Forse...
RispondiEliminaMa non voglio scommetterci...
Non mi permetto di dire altro. Non voglio mostrare la mia idiozia di fronte a un talento simile.
Un saluto.
Fabio.