mercoledì 29 settembre 2010

Edmund Rostand

Un apostrofo rosa.
in pezzi ai tuoi piedi.
migliaia.
coi cocci di quell'amore di vetro
mi cucivi un segreto sulla bocca

domenica 12 settembre 2010

[

sopravvivo,
vagamente

a me stessa.

martedì 7 settembre 2010

Falene.

E in tutti i suoi sogni il cielo era vivo di farfalle
copie riuscite male di deliziosi lepidotteri
più simili a falli volanti non avevano alcuna grazia
venivano dalle tue ciglia e si nascondevano sotto le coperte
si vergognavano del loro esistere e ovunque volare
e ormai erano cancro e tumore del vento
e piangevano le loro crisalidi ed erano già signorine
perdevano sangue dalle ali e ti aspettavano per morirti tra le gambe
li dove la luce non poteva spingersi e farsi amare
erano malate di aria malsana
erano vecchie di venti ore

erano falene
puttane
infette.

La sarta di Spoon River.

E c'era la Chiesa c'era il Barbiere e il negozio di stoffe
c'era miss Dora Williams vedova di mille uomini
nascondeva elisir d'amore e cianuro nella scatola del cucito
tra una capocchia di spillo e un ditale.
piangeva ogni notte i mariti defunti,
naufraghi soldati furfanti
cucendo per loro interminabili corredi funebri
conservava ago e filo in gola
e ovunque cantava odi a Cristo
martiri entrambi lo teneva crocifisso al seno
e non aveva corone
nè vangeli
nè spine.
la noia il suo Calvario.
Le donne alla messa bisbigliavano
di certe sue abitudini
e certi suoi ospiti
e i loro mariti
sgualciti
a farsi rammendare un panciotto
ricucire un orlo
attaccare un bottone da lei
nell'appartamento vicino ai Champs-elysèes.

Madame T a e d i u m v i t a e


ogni seconda domenica del mese suonava alla porta.
Madame Noia entrava irriverente con valigie e una cappelliera
indossava vistosi copricapi a falda larga e piume pavone
sedeva sulla mia poltrona e ai piedi aveva Parigi,
legata con lacci di cuoio e tacchi alti.
Le lancette costringevano gli orologi della casa in religiosi silenzi
soffocare le ore e in ossequio di lei alcun rintocco.
si dilatavano interminabili spazi tempi e soffitti
e gocciolava tedio dagli occhi a fissarne dita
scandire eterni secondi sulla tabacchiera.
Quando Madame era in casa, ovunque era miele e fumo
incollava gomiti e pensieri di plumbea melassa.
aspettare anche le vene piantarla di lucide fluire,
unico divertissemènt pomeridiano.

Papaveri.

Ad Ercole le sue dieci fatiche
cantate dai rapsodi
e musicate ovunque di cetre.


Io piango per Psiche
e i suoi semi,
oppiacei.

Altalente.

Una mosca sul cuore
e un Bloody Mary tra le dita nicotina,
pensavi a chicchèssia
e ulteriormente insaporivi i salatini
di amaro dagli occhi gocciolare.
La cameriera esprimeva le sue più sentite condoglianze
per la perdita del tuo fegato disperato
tu l'avresti voluta nascondere sotto il tavolo
darle la mancia per baciarle i capelli vagamente elettrici
e prendere 100 watt di amore in vena di quei fili suoi corrente.
Altre ciglia e clienti affollavano il locale.altre ciglia.
Uscivi claustrofobica di quei troppi corpi
e sotto molecole di ossigeno finalmente la mosca ti seduceva
di squallide francesi poesie, raccontate nelle tue orecchie.
Avresti anche voluto cavalcare altalene
ma eri troppo etilica per sbucciarti le ginocchia e non piangere
come quando bambina di lunghe trecce
leccavi scarpette vernice come rospi di zucchero
e tua madre altrove
ad agitare lenzuola.

forse con quel tale
(di lui non ricordavi il nome di battesimo).

21.57

Eravamo sposati da chissà quante ore.
agosto entrava impertinente dalle persiane ma io ti avevo dipinto le palpebre di nero per non sentirlo arrivare.
sotto le coperte fingevamo fosse febbraio e correre nella neve ma il sudore ci tradiva.stavamo abbracciati alle volte, altre volte no. diciamocelo, avevo trascurato le faccende domestiche, c'erano piatti da lavare e colletti da stirare e la tua barba da radere e le mosche sai, sugli avanzi di torta. facevano simposi platonici e succhiavano erotiche Oggi sposi di candida glassa, io non ero invitata a quel party. I fondi di caffè non avevano niente di interessante da dire e i divani gridavano chiamatuamadredillechelamichiedilepochieuro. prendevo tempo e ti scrivevo lettere di polvere sulla cassettiera.
poi ti ho detto voglio un frullatore, sarà tutto ok se avremo un frullatore 8 velocità. bimba col frullatore non ci paghi l'affitto, mi hai detto. il tuo s a r c a s m o mi dà i nervi, mi farai venire un'ulcera. ho preso i bicchieri da cocktail regalo di nozze diqueituoicugini e ho preparato aperitivi Lexotan e ombrellini, alcuni erano rotti ho scritto sul frigo comprare ombrellini da cocktail nuovi so che non lo farai. le benzodiazepine le ho lasciate fare sesso nelle mie vene e venire nella mia testa. penso ancora che un frullatore sistemerebbe ogni cosa mi succede spesso si chiama desiderio ossessivo compulsivo. mi sfotti e ci aggiungi distocazzo, non fa ridere. la mia analista dice che dovrei smetterla di sporcare la mia vita ,di cagarci sopra. l'ha detto e mi sono vergognata lei l'ha capito e mi ha offerto una caramella balsamica. smettere di sposarmi e scoparmi e un'Idea,dice la mia analista.