martedì 7 settembre 2010

Madame T a e d i u m v i t a e


ogni seconda domenica del mese suonava alla porta.
Madame Noia entrava irriverente con valigie e una cappelliera
indossava vistosi copricapi a falda larga e piume pavone
sedeva sulla mia poltrona e ai piedi aveva Parigi,
legata con lacci di cuoio e tacchi alti.
Le lancette costringevano gli orologi della casa in religiosi silenzi
soffocare le ore e in ossequio di lei alcun rintocco.
si dilatavano interminabili spazi tempi e soffitti
e gocciolava tedio dagli occhi a fissarne dita
scandire eterni secondi sulla tabacchiera.
Quando Madame era in casa, ovunque era miele e fumo
incollava gomiti e pensieri di plumbea melassa.
aspettare anche le vene piantarla di lucide fluire,
unico divertissemènt pomeridiano.

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